Il "Documento Fondamentale" di Giambattista Callegari

 

RADIONICA

CALLEGARI

 

Il Documento Fondamentale

di Giambattista Callegari

 

pubblicato su  RADIONICA  periodico mensile  del  CSRS 

Centro  Studi  di  Radiobiologia Sperimentale,

Napoli,18 marzo e 26 Giugno 1971

 

 

          L'argomento radionico, vagliato attraverso gli esperimenti di verifica, interessa la letteratura specializzata e si inquadra tra le teorie più avanzate della Fisica.

          Nella sostanza esso apre alla Scienza un capitolo inatteso la cui discussione e la cui strumentalizzazione si proiettano nel tempo.

          La Radionica, secondo la mia modesta opinione, appare il giusto seguito delle idee di Maxwell e di Planck e lo avanzamento, su nuova direzione, delle magnifiche realizzazioni di Hertz, di Marconi e di un foltissimo gruppo di pionieri e di continuatori della loro opera.

          La Fisica Moderna, nella quale pacificamente si inserisce la Radionica, ha dato ragione a Jules Verne: “Lo spazio, in fondo, non è che una parola!”.

          Il piatto forte della Radionica Applicata è il processo della K-Teleindagine su foto, sulla cui utilità è superfluo discutere. Cito, per pura chiarezza di riferimento, un esempio di attualità: le rilevazioni degli scienziati americani e sovietici afferenti al satellite Luna sono per la Radionica una felice conferma dei dati di massima già acquisiti a tavolino nel 1960. Chiunque, usando convenientemente del Dispositivo CRC, può ripetere l'esperimento e riscontrare la omogeneità delle mie rilevazioni.

          Ma cotesto argomento — se prescindiamo dagli scopi di una ulteriore verifica d'una teoria, d'un mezzo tecnico e di un metodo — esula dagli scopi immediati della Radionica, la quale prevalentemente si propone di rendere meno ardua e più efficace la lotta contro i morbi, che affliggono l'umanità, affiancando ai mezzi tradizionali, indubbiamente benemeriti, un mezzo fisico di indagine rapida e di rifasamento che li integri tutti, superando un processo fondato sulla logomachia burocratizzata.

          Questo ho scritto nel mio volume « Radiobiologia Sperimentale » (1968) ed in mie precedenti pubblicazioni. Nel confermarlo auguro che altri, continuando le mie personali ricerche in campo teorico ed applicato, pervengano ad ampliare i limiti attuali del mezzo strumentale e del metodo.

          Ciò premesso possiamo fare il punto sulla questione, con una rapida carrellata, a valere quale introduzione ai Lavori che seguiranno.

*   *   *

1°Punto:

          La Radionica è nata, per così dire, nel 1945 (infatti, in realtà è nata a Napoli nel 1938, al Corso Novara,92 ndr),in seguito al alcuni studi personali di Fisica Moderna intesi a spiegare ed a riprodurre con mezzi da tavolino un particolare fenomeno ottico naturale osservato in una zona delle Alpi Occidentali alla quota di 1000 m. s. l. m.

          Il fenomeno di cui trattasi è periodico e lo si osserva al plenilunio ed a cielo terso, quando il disco lunare si inquadra esattamente entro la sezione di un grosso « anello spaccato in alto », con asse W-E, formato dal profilo della Montagne du Grand Larve, (St. Agnan-Vercórs) detto il « Grand Creux ».

        Il disco lunare appare per pochi minuti più luminoso dell'usuale, con colore di tonalità aumentata (giallo argenteo), nitidissimo ed ingrandito, come emergente dall'anello spaccato.

          Non appena il disco si decentra per poi uscire definitivamente dall'anello spaccato, l'immagine del satellite riappare lontana, affondata nel cielo, nella solita versione ottica... 

          La fredda analisi del fenomeno sulla base delle nozioni di Fisica classica permette di riconoscere facilmente che il Grand Creux, nei confronti della luce visibile, non si comporta (come sembrerebbe attendibile) alla maniera di un tubo (effetto diaframma), nè alla maniera di un filtro ottico. Inoltre si ha modo di verificare facilmente che il suggestivo fenomeno di cui si discute non interessa nemmeno un effetto magneto-ottico normale, ma piuttosto l’ effetto di ingrandimento simile a quello realizzabile con lenti magnetiche in cui sono in giuoco elettroni (non fotoni) in un cilindro di spazio vuoto...

          Si tratta di argomenti ben noti ai Fisici, ma ritengo utile richiamarne gli aspetti per sommi capi:

   — In ottica, un « tubo » si comporta nello stesso tempo come un « diaframma di apertura », come un « diaframma limitatore di campo » e come un cattivo « rifrattore » (fessura di grandi dimensioni). Guardando con un solo occhio attraverso il canale-aria definito da un tubo semplice nero si rilevano i seguenti effetti: diminuzione della luminosità con guadagno in nitidézza (aumentando il diametro del tubo si guadagna in luminosità ma si perde in nitidezza), degrado del tono e della brillanza del colore (cioè perdita di quanto di energia w=fh), degrado di nitore dall'asse del tubo alla circonferenza secondo aree anulari concentriche (cioè diffrazione non nulla), assenza di ingrandimento apparente dell'immagine.

     — Il filtro ottico è un mezzo trasparente alla luce visibile che lascia passare, in prevalenza una data lunghezza d'onda (componente del fascio luce) assorbendotutte le altre, la cui energia viene dispersa sotto forma di calore.

          Nel vuoto un campo magnetico (H), anche molto intenso, non esercita influenza alcuna sulla propagazione della luce. L'influenza è invece evidente nei mezzi diversi dal vuoto, nei quali si ha interazione tra materia (atomi, molecole) e radiazione (fotone-onda).

          Nell'aria atmosferica si verifica l'Effetto Zeeman (1896); nel vapore, l'Effetto Voigt (1902); nei liquidi, gli Effetti Faraday (1845) è Cotton-Mouton ,1907); nei solidi, l'Effetto Faraday (1845).

 —  In un cilindro di spazio vuoto il moto degli elettroni è influenzato da un campo magnetico di adatta intensità e con linee di forza parallele. Per un dato valore critico del campo magnetico gli elettroni percorrono linee a spirale e risultano concentrati in un dato punto (focalizzazione). Ciò si verifica perchè il campo magnetico è ad angolo retto con la velocità degli elettroni, velocità che dipende dai valori della tensione applicata tra catodo ed anodo.

          Il fenomeno del Grand Creux, dunque, fa convergere l'idea non già nella direzione della fisica dei diaframmi, bensì nella direzione della fisica degli anelli spaccati e delle cavità risonanti (vanto del radar) la cui proprietà è di risonare elettricamente (come tutti i circuiti Oscillanti quasi aperiodici) per la lunghezza d'onda fondamentale e le sue armoniche.

          Orbene, per quanto audace e delicata appaia tale idea, la validità dell'ipotesi di una fenomenologia magneto-ottica a radiofrequenza superelevata (microonde hertziane, cioè onde elettromagnetiche di natura elettronica), per segnali puri naturali, è stata confermata dai fortunati esperimenti da tavolino condotti e conclusi nel maggio-giugno 1945 dopo aver superato — mediante risoluzioni e scelte tecnologiche particolari — evidenti difficoltà strumentali.

          Tali esperimenti, che mi propongo di richiamare a tempo opportuno, hanno evidenziato alla osservazione ed alla registrazione fotografica comparata l'Effetto K (o radionico) in forma generale ed in forma selettiva (Scala K) ed hanno mostrato che lo straordinario fenomeno del Grand Creux era assimilabile all'Effetto K-radioplastico delle delle immagini realizzato, appunto, con un K-Sistema LCR/SHF in funzione di Photonic Filter.

          Credo utile ricordare allo studioso che il 9 marzo 1954, mediante appropriato montaggio (Radionic Moving Pictures-Callegari System), ho mostrato che l'Effetto K-radioplastico può essere utilizzato per migliorare la efficacia tecnico-artistica della presa e della proiezione su schermo delle immagini fisse e cinematiche in bianco-nero e colore.

 

2°Punto :

          Il neologismo « radionica » designa la materia di studio teorico (K-Teoria) ed applicato (K-Metodo) delle fenomenologie connesse con l'Effetto K (o radionico).

 

3°Punto:

          Le premesse della K-Teoria, o teoria della sub-eccitazione elettronica naturale, sono emerse dall'analisi integrativa di alcuni riferimenti scientifici e tecnici: l'ipotesi di Planck (1920, atomo dipolo microfisico risonatore ed oscillatore), la scoperta di Gurwitch (1922, raggi mitogenetici), l'esperimento di Lakhowsky (1924, interazione tra dipoli inorganici, o circuiti, e dipoli organici, o bio-dipoli), la scoperta di Jansky (1932, onde hertziane naturali del Cosmo), il fenomeno di risonanza magnetica, la fisica delle antenne spaziali ad elica condizionabili, la fisica particolare del dipolo spaziale-pendolo, l'interesse particolare di qualche altro argomento marginale.

          Le citazioni formulate per semplici titoli sono per se stesse eloquenti ed invitano alla riflessione. Esse mostrano che la Radionica non è il risultato della improvvisazione o di un manierismo scientifico dispettoso e sofisticato.

          Il 24 giugno 1945, alla conclusione degli esperimenti di verifica della funzionalità di un K-Sistema LCR/SHF, attuati anche con metodi di ispirazione elettrologica, ho proposto la seguènte teoria, la cui validità è stata confermata dalle innumerevoli esperienze condotte in 25 anni:

          a) tra i fenomeni naturali si deve considerare anche la sub-eccitazione elettronica naturalmente indotta sulla materia (segnali puri) da un agente di ragione cosmogeofisica, i cui parametri essenziali devono emergere dall'esperimento e la cui azione deve interessare una banda continua di valori di lunghezza d'onda in una concatenazione armonica di modulo 3; questo fenomeno non va confuso con il fenomeno della sovreccitazione elettronica di cui si occupa da vari decenni, con grande vantaggio per la conoscenza, la Spettroscopia in microonde;

          b) l'atomo e la molecola vanno riguardati anche come dei dipoli microfisici risonatori (assorbimento) ed oscillatori (emissione); il fenomeno della sub-eccitazione elettronica si estrinseca a livello endo-orbitale, entro il regime della stabilità atomica naturale (livello K), ed appare governato dal radicale di Thomson-Kelvin (√LC). La sigla « K » esattamente cataloga il fenomeno con i suoi effetti particolari;

          c) la K-fenomenologia mette in essere la λK confinata e differenziata della materia, secondo una Scala continua di valori armonici che interessa tutto lo spettro elettromagnetico;

          d) nei riguardi della sub-eccitazione un dipolo spaziale — sia esso un semplice conduttore a induttanza (L) e capacità (C) distribuite, oppure un circuito semichiuso LCR — dev'essere considerato un K-risonatore, quanto l'atomo, la molecola, il mondo oggettivo dell'inorganico e dell'organico; nel dipolo spaziale in discorso deve esistere una corrente (i) indotta istantanea piccolissima, in fase con la f.e.m. (E) istantanea dell'ordine del microvolt, variabile sinusoidalmente alla frequenza (f) di risonanza e generatrice di un campo magnetico altrettanto variabile (campo K).

          Il rendimento di un K-risonatore dipende dal gradiente di selettività micrometrica, che, a sua volta, dipende anche dal posizionamento nello spazio geofisico.

          Il campo K deve attivare in funzione della lunghezza d'onda (λK) il fenomeno della risonanza magnetica. Questo fenomeno non va confuso, malgrado l'analogia, con la risonanza elettrica, ottica, acustica. Esso consiste in una variazione della suscettività magnetica neldipolo microfisico (atomo quantizzato) legata all'azione, sul suo campo H, esercitata da un campo magnetico variabile sinusoidalmente ad una data frequenza f;

          e) lo studio e l'utilizzo della K-fenomenologia devono essere condotti con K-risonatori condizionabili per lunghezze d'onda inferiori a 1 cm. (onde hertziane millimetriche), rinunziando a priori all'amplificazione elettronica tradizionale, giacché per le lunghezze d'onda maggiori di 1 cm. (radar) i K-risonatori potrebbero essere disturbati dalla eccitazione discontinua (sovreccitazione) indotta dalle onde hertziane prodotte e irradiate per le radiocomunicazioni.

          f) la realizzazione e la messa a punto dei K-risonatori SHF condizionabili richiedono particolari accorgimenti in ordine alla struttura ed al posizionamento;

          g) i tradizionali mezzi acustici ed oscillografici non sono utilizzabili per la rivelazione-misura dei segnali e degli effetti puri legati alla sub-eccitazione elettronica. Si deve prevedere un sistema oscillometrico coerente e specifico informato alla fisica del K-risonatore pendolo a reazione paragiroscopica, sensibile, cioè, alle forze di Lorenz (convergenti e divergenti) afferenti alla sub-eccitazione.

 

4°Punto:

          La dimostrazione della validità della K-Teoria e della possibilità di utilizzo pratico sono essenzialmente fondate sulla funzionalità autonoma del K-Sistema condizionabile Callegari, realizzato nel 1945, generatore di Effetto K.

          Si definisce Effetto K (o radionico) l'incidenza caratteristica e sistematica, priva di fading, indotta per risonanza selettiva da un campo magneto-elettrico variabile sinusoidalmente alle frequenze superelevate (SHF) sul momento proprio dei dipoli elementari del dielettrico (polarizzazione condizionata per specifici valori di lunghezza d'onda) e sul campo magneto-elettrico fondamentale della materia inorganica ed organica.

          L'Effetto K si estrinseca nel mezzoaria a pressione e temperatura ambiente, nel canale K, secondo una banda continua di valori fk (Scala K-Callegari) afferenti alle microonde hertziane (oscillazioni elettroniche) di lunghezza minore 1 cm., non prodotte ed irradiate dalla tecnica dell'uomo per le radiocomunicazioni.

          Non ha rilevanza alcuna che i testi scolastici non prevedano l'Effetto K, nè lo prospettino se pure per inciso. Il nozionismo classico e moderno non è un punto di arrivo della conoscenza, bensì una base abbastanza solida per proseguire.

          L'Effetto K è di grana fina e nasconde tra le sue pieghe finissime sequenze. Oggi noi ne conosciamo alcune (le più evidenti), ma altre emergeranno con il tempo attraverso il setaccio dell'esperienza.

          Il capitolo della Radionica si inserisce nel trattato di Fisica tra il capitolo dell'Elettronica ed il capitolo della Fisica Moderna.

 

 

5°Punto:

          Il generatore di Effetto K è un Risonatore Spaziale LCR/SHF, al quale, in ragione delle particolari caratteristiche tecnologico-formali, posizionali e funzionali, ho assegnato il nome di K-Sistema. Il suo condizionamento è governato dall'equazione di Thomson-Kel-vin (λ = 1885 √LC), con aggiustamento micrometrico particolare.

          L'agente induttore è di ragione cosmogeofisica.

          La d. d. p. istantanea (E) ai capi interessa il microvolt ed il suo valore può essere desunto con il calcolo.

 

6°Punto:

          l'esperimento conferma la teoria e fornisce una nuova nozione sulla cui importanza è superfluo insistere: nel canale K definito dallo strumento si verifica lo stato di K-risonanza attuale, cioè dinamica, tra un corpo reale (oggetto, soggetto), sua foto (immagine bidimensionale) e mezzo dielettrico! Questa rilevazione mostra che un corpo e la sua foto vanno riguardati come dei dipoli, i quali nello spazio normale-naturale sono in risonanza potenziale, mentre nello spazio radionico (canale K) sono in risonanza dinamica.

 

7°Punto:

          la rivelazione di un campo K (segnali puri o naturali) è realizzata con uno strumento coerente, cioè con Dipolo-pendolo circuito a reazione paragiroscopica (Forze di Lorenz convergenti, risonanza, e divergenti, dissonanza).

 

8°Punto:

          i risultati di tutte le verifiche effettuate dal 1945 ad oggi (ottiche, fotografiche, elettrologiche e radiobiologiche) sono convergenti. Essi mostrano che la funzionalità di un K-Sistema, espressa attraverso l'Effetto K, può essere attribuita soltanto al fenomeno della sub-eccitazione elettronica naturale, come indicato dalla K-Teoria (1945).

 

9°Punto:

          l'argomento radionico è di interesse generale. Esso non trascende il livello di una moderna cultura media, nè trascende, e ciò sia ben chiaro agli Studiosi, il campo della Fisica sperimentale.

          L'argomento radionico forma la base scientifica, teorica e strumentale della Radiobiofisica Sperimentale secondo la direzione intuita da Guglielmo Marconi e da molti altri studiosi tra i quali Lakhowsky, Gentile eProtti.

 

10°Punto:

          il K-Metodo utilizza il Dispositivo CRC e consente lo studio diretto (su campione o soggetto) ed il tele-studio (su foto dell'oggetto o soggetto), con eguale gradiente di certezza, del mondo inorganico ed organico, dato che ogni realtà fisica è caratterizzata da una λK differenziata. Negli esseri viventi (uomo compreso) l'onda propria è una K-risultante costituita, similmente alla luce (fotone-onda), da un grandissimo numero di K-componenti selezionabili, appunto, con K-Metodo.

 

11°Punto:

          la Radionica, dunque, studia la materia attraverso il campo elettromagnetico della stessa.

 

12°Punto:

          il K-Metodo messo a punto per lo studio dell'organismo umano (pagg.
103 a 119 del mio testo) si applica a tutti gli organismi viventi, perché la Teoria Radiobiologica (pagg. 89 a 93) è valida, generalmente parlando, per tutto i1 mondo organico.

      Non ha rilevanza il fatto che per il mondo animale e vegetale la terminologia afferente agli stati di squilibrio (sfasamenti, malattie) ed alle condizioni di rifasamento (terapia complementare) sia diversa da quella codificata per l'uomo. Infatti (pag. 15, puntò 6°) il linguaggio strumentale CRC è in realtà costituito da numeri, cioè dai valori fk di cui si compone la Scala K-Callegari (pag. 23, nota 3). Ne consegue, in pratica come in teoria particolare, che un dato squilibrio è caratterizzato da un dato valore fk e da un dato binomio di sfasamento, così come un dato complemento (rimedio) è caratterizzato da un valore fk e dà un binomio di carenza (x-yn) facilmente rilevabile. Anche i rimedi tradizionali usati in zooterapia e fitoterapia possono essere agevolmente classificati nella Scala K (pag. 175, Avvertenza).

          Inoltre, anche la zooterapia e la fitoterapia possono essere integrate e potenziate sia con azione di rifasamento strumentale con SDA (pagg. 114 -115) quanto utilizzando — con ulteriore vantaggio — dei montaggi specifici in loco (sul terreno, nel caso di piante), giacché da un K-Sistema pilota possono derivarsi tre sistemi secondari a variazione di frequenza, condizionabili ad libitum in funzione degli scopi prefissati. Con tale economico montaggio si possono risolvere svariati problemi afferenti la terapia delle piante.

          L'unica variante al K-Metodo consiste nel fatto che per gli studi sugli animali e sulle piante si deve sempre procedere con la tecnica del K-telereperto su foto.

 

          Napoli, lì 18 marzo – 26 giugno 1971

                                                                                  G. Callegari

 

 

          Il testo del Documento Fondamentale (Informazione base) è un condensato la cui articolazione in dodici punti facilita il coordinamento di un programma di continuazione dei lavori personali di Giambattista Callegari.

L'organismo che si è proposto questo non facile compito (negli anni ’70 il CSRS, oggi, dall’ 8 luglio 2002, l’Associazione Giambattista Callegari-Centro Studi di Radionica e Radiobiologia Callegari con sede in Napoli al Corso Novara,92) dovrà operare su tre piani diversi interdipendenti: discussione teorica e tecnica, sperimentazione dimostrativa, utilizzo pratico in funzione dei vari scopi.

Queste note, riferite ai diversi punti dell'informazione base, vanno considerate delle integrazioni al testo principale e risulteranno certamente utili agli studiosi ed ai programmatori.

Napoli, lì  24 giugno 2011

 

 

A cura del Comitato Scientifico dell’Associazione Giambattista Callegari

Centro Studi di Radionica e Radiobiologia Callegari.

Napoli

 

Il Presidente

ing.Giuseppe Callegari

 

 

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